Consumo di alcol tra minorenni, il ruolo della pubblicità televisiva

BIRRAQuando la pubblicità di bevande alcoliche in televisione è vista ed apprezzata dai giovani, si attiverebbero fenomeni di assunzione pericolosi incluso il binge drinking, secondo uno studio condotto da ricercatori del Norris Cotton Cancer Center e l’Ospedale pediatrico Dartmouth- Hitchcock negli Stati Uniti.

 

LO STUDIO – Gli autori dello studio pubblicato online sulla rivista JAMA Pediatrics, hanno esaminato la portata della pubblicità televisiva sugli alcolici e il suo effetto sul bere nei giovani, attraverso indagini telefoniche e sul web, condotte tra il 2011 e il 2013. All’inizio dello studio sono stati contattati 2.541 adolescenti e giovani adulti di età compresa tra 15 e 23 anni, e 1.596 giovani hanno successivamente completato il sondaggio di follow-up.

– Le domande erano relative ad oltre 300 immagini pubblicitarie delle marche di birra e superalcolici più note, che andavano in onda in televisione a livello nazionale nel 2010-11. Gli autori hanno assegnato punteggi per valutare se la pubblicità era stata vista, se era piaciuta e se era stata riconosciuta la marca del prodotto. I risultati dell’indagine hanno rilevato che le pubblicità di alcolici sono state viste dal 23,4%, dal 22,7% e dal 25,6% dei giovani delle fasce di età pari a 15-17, 18- 20 e 21-23 anni rispettivamente, indicando un’esposizione agli annunci nei minorenni analoga a quella misurata nei giovani adulti. Questo – ricordano gli studiosi in una nota stampa – appare in contrasto con quanto sostenuto dall’industria dell’alcol secondo cui i programmi pubblicitari sarebbero autoregolati per proteggere la visione ai minorenni.

 

L’INDAGINE – I risultati dell’indagine hanno rilevato inoltre che una elevata ricettività delle pubblicità sull’alcol era predittiva dell’inizio dell’assunzione di alcolici e del bere pericoloso, con transizione verso comportamenti di binge drinking (sei o più drink in una sola occasione) e consumo pericoloso (alta frequenza e quantità di alcol assunto), rispettivamente nel 29% e 18% di giovani dai 15 ai 17 anni, e nel 29% e 19% dei giovani tra i 18 a 20 anni.

 

I RISULTATI – I risultati, concludono gli autori, sono in linea con l’idea che l’auto-regolamentazione delle strategie di marketing dei prodotti alcolici non è riuscita a mantenere la pubblicità televisiva lontana dai giovani, riuscendo a raggiungere un gran numero di minorenni, influenzandone i modelli di consumo, facendo apparire tali norme inadeguate.

 

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Di Redazione

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